Nella zona etnea, la cittadina di Nicolosi è famosa per un pane tipico noto come pane nero di Immanu (Irmana, Irmanu ovvero Germanico), un pane caratteristico nato dall’amalgama fra la farina di segale e quella di semola (80% farina di segale e 20% farina di semola). Durante le carestie, per la natura rustica della specie, riusciva comunque a sfamare la popolazione. Il pane di segale è riconoscibile rispetto al pane comune, dal suo tipico colore bruno.
Nella seconda guerra mondiale la segale non era soggetta al razionamento per cui, sempre nelle aree etnee, si diffuse ampiamente. Probabilmente i primi semi furono introdotti dalla Germania dagli stessi monaci Benedettini che intorno al XIV secolo fondarono il monastero di San Nicola.
Dal 2011 il DISPA dell’Università degli Studi di Catania ha coadiuvato gli agricoltori di Nicolosi, area pedemontana in cui la segala era tradizionalmente coltivata, nella messa a punto della tecnica colturale e nella determinazione delle caratteristiche qualitative della granella. Ciò è stato reso possibile grazie a un protocollo d’intesa stipulato nel 2011 tra il sopra indicato dipartimento e il Comune di Nicolosi.
La gastronomia nicolosita tradizionale trae le proprie origini dalla cultura contadina ed è basata su piatti “poveri”, semplici e genuini fondati sui prodotti dell’agricoltura locale. Tra i primi piatti caratteristici vi sono le paste con i legumi (in particolare la pasta con i ceci, a pasta cch’i cicira), tradizionale piatto preparato in occasione della festività di San Giuseppe, con il finocchietto selvatico, i broccoli (i vrocculi affucati), il cavolfiore e gli asparagi selvatici.
Tra le specialità della zona le ricette a base di funghi, soprattutto cappellini e porcini, da gustare arrostiti, trifolati o in umido. La zona etnea è, infatti, ricca di boschi, dove è possibile trovare tantissime varietà di funghi da gustare in tutti i modi.
Tipici i dolci alle mandorle e pistacchi, il torrone e i torroncini morbidi, le rame (un biscotto dal cuore morbido al cacao, ricoperto da una glassa di cioccolato fondente, delicatamente speziato) e gli sciatori (dolce “cca liffia”: una glassa al cioccolato), il sostanzioso biscotto preferito dagli escursionisti in partenza o di ritorno dall’Etna la cui invenzione è vantata però dagli zafferanesi. Alla tradizione natalizia sono legate le raviole fritte ripiene di ricotta, le cassatelle, le mostarde di fichi d’India, i mustazzoli ripieni. Sempre tipico dei paesi etnei ù ciciliu o cuddura (forma del pane biscottato), legato alla festa pasquale. Si donava anticamente ai bambini come segno del Cristo risorto.
Non mancano gli arancini e la tavola calda, fiore all’occhiello della gastronomia siciliana, tra le delizie più ricercate per il turista che si trova a visitare l’isola. Assolutamente da provare per chiunque visiti la Sicilia.
Le zone agricole circostanti offrono tanti prodotti coltivati: vino dalle caratteristiche inimitabili; fragranti mele e frutta gustosa; in autunno funghi e castagne sono le regine della tavola; l’antica tradizione pastorale si riscopre nel gusto dei formaggi locali: la tuma, il primosale e il rinomato Piacentino con la lacrima di Nicolosi.
Nicolosi è ricchissima di ristoranti, bar, pizzerie, osterie in grado di soddisfare ogni palato e qualsiasi esigenza. Le oltre 60 attività presenti fanno di Nicolosi un vero e proprio “Distretto della ristorazione” dove l’alta qualità e l’attenzione per il cliente la fanno da padrone.