La Chiesa Spirito Santo, meglio conosciuta come Chiesa Madre (in siciliano “Matrice”), rappresenta la prima costruzione edificata dopo i devastanti eventi del 1669 e del 1693 che distrussero la precedente Chiesa principale del paese che sorgeva in un luogo diverso. La Chiesa è sita in Piazza Vittorio Emanuele II e costituisce il cuore autentico dell’intero abitato, non solo spirituale ma anche storico e topografico.
Costruita su un progetto dell’Abate Vaccarini probabilmente nel 1721, essa rappresenta uno dei monumenti più significativi del paese con una facciata rettangolare in stile ottocentesco e il campanile in pietra lavica. Quest’ultimo si erge in piena autonomia rispetto alla chiesa, presenta un doppio basamento in pietra lavica ed è attorniato a diverse altezze che tripartiscono lo spazio dell’orologio, del campanile e della guglia. La Chiesa, in stile barocco nobile e castigato, nel migliore stile Settecentesco catanese, presenta un’unica amplissima navata e una semplice facciata, in pietra bianca, in stile neoromanico.
All’interno della Chiesa si possono ammirare diverse opere importanti tra cui: il coro ligneo del XVII secolo sormontato dai bassorilievo in gesso; le opere di Vincenzo Torre, raffiguranti l’ultima cena e il Miracolo di Sant’Antonio e la mula; il magnifico crocifisso ligneo, di autore ignoto, del 1700; due quadri, rispettivamente dell’Immacolata e dell’Addolorata, sempre dello stesso periodo storico e anch’essi di autore ignoto; un pregevole organo situato in alto sopra l’ingresso ed attribuito al Cinquemani, unico allievo di Donato del Piano, maestro che anticamente operava a Catania; i dipinti del soffitto e della cupola sono opera del Conti-Consoli; il quadro di Sant’Antonio di Padova di Michele Rapisardi; Le sculture e gli stucchi sono del Torre cui si deve anche il palietto dell’altare maggiore; Gli affreschi Sant’Antonio e la Pentecoste, l’orazione dell’orto e Deposizione sono opera di Giuseppe Barone così come il quadro raffigurante il Cardinale Dusmet in processione con il popolo nicolosita in occasione dell’eruzione del 1886.
Nel rispetto della tradizione, all’inizio della Quaresima, l’altare della Chiesa Madre viene nascosto da una pregevole TELA che viene fatta cadere la notte della Santa Pasqua. La TELA, databile al 1846, è stata cucita dalle “Pie Donne” di Nicolosi, è realizzata in lino ed ha un’altezza di oltre 20 metri nonché una larghezza di circa 8 metri. É stata dipinta da Giuseppe De Stefani e rappresenta la deposizione della Croce con colori dal dal turchese al blu oltremare. La Calata della tela annuncia la Resurrezione ed è un momento molto toccante.
Nella Chiesa Madre si conserva la statua di Sant’Antonio di Padova, Patrono del paese, la quale viene esposta in occasione della festività, il 13 giugno. La festa esterna, durante la quale il Santo viene portato in processione per le vie del paese, si svolge invece tradizionalmente la seconda domenica di agosto.
Nell’abside dell’altare maggiore è riportata l’iscrizione “DIE 31 MAI IGNIS ARDENTIS AETNA NOS DISPERSIT DIE 13 JUNII FESTO PENTECOSTES IGNIS SPIRITUS SANCTI CONGREGAVIT A.D. 1886“, dettata dall’allora preposito della Chiesa don Mario Tomaselli in occasione del ritorno a Nicolosi dopo lo sgombero per l’eruzione del 1886. Tale frase, simboleggia l’identità e la storia del popolo nicolosito, caratterizzato dal forte e tormentato legame con il vulcano Etna e dall’intensa religiosità popolare e chiarisce i motivi dell’intitolazione della Chiesa allo Spirito Santo.
DIE 31 MAI IGNIS ARDENTIS AETNA NOS DISPERSIT DIE 13 JUNII FESTO PENTECOSTES IGNIS SPIRITUS SANCTI CONGREGAVIT A.D. 1886 |
Giorno 31 Maggio L’ardente fuoco dell’Etna ci disperse. Giorno 13 Giugno. Festa di Pentecoste. Il Fuoco dello Spirito Santo ci riunì. Anno del Signore 1886. |
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Ringraziamo il Sig. Turi Gemmellaro per le preziose informazioni che ci ha fornito ai fini della ricostruzione della storia della Chiesa.